Sarà una coincidenza, ma un sacco di organizzazioni internazionali hanno deciso da tempo di cambiare strategia a Risiko e hanno scelto di puntare molto, forse troppo, sulla paura. Un giochino pericoloso nel quale vincono i più cattivi e non i più bravi.
Che fine ha fatto l’influenza suina destinata a decimare la razza umana nel breve volgere di una stagione? E, prima della maiala, l’aviaria e la mucca pazza? Se ne ricorda qualcuno? Il pianeta, dopo Copenaghen, sta meglio o peggio di prima? Il flop del vertice verde ci ha condannato a perire inceneriti dal surriscaldamento globale? Quando scade il termine per cambiare il destino del pianeta? Sono solo alcune delle domande che sarebbe il caso di fare alla prima assemblea utile delle Nazioni Unite, magari accompagnandole dalla richiesta di chiarimenti perché si continua imperterriti a lanciare allarmi ovunque nel mondo, ma le prospettive millenaristiche paventate da questi signori continuano ad assomigliare alla nota favoletta di Pierino e il Lupo. Eppure non demordono. Perché?
MONDO MALATO – Tra le più attive agenzie speciali dell’ONU è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Da anni promette al mondo l’avvento della grande peste che distruggerà la razza umana e da sempre non riesce a darci soddisfazione. Ci hanno provato coi piccioni, le quaglie, i polli, le vacche e anche coi maiali: niente di niente. Le febbri animali si contentano di qualche migliaio di vittime raccattate qua e là e poi svaniscono senza lasciare tracce. Anzi, a dire la verità qualche traccia la lasciano regolarmente nei bilanci pubblici dei paesi coglioni che subiscono senza dire bao la pressione psicologica di questa combriccola di incompetenti e si precipitano a comprare decine di milioni di dosi di vaccini inutili. E nessuno che abbia il coraggio di presentarsi con la faccia cattiva a chiedere conto. Per esempio, all’ignoto estensore di questa farneticante nota apparsa sul sito ufficiale della WHO il 22 dicembre scorso. Secondo questo genio incompreso, il numero di morti imputabili alla pandemia H1N1 è largamente sottostimato quando messo in rapporto con quelli imputabili alle influenze stagionali perché i primi sono decessi ufficiali e i secondi sono dati stimati. In più, lo si scrive apertamente, parecchi medici non sarebbero capaci di individuare correttamente le cause dei decessi per cui molti dei morti per cause diverse sarebbero comunque da assegnare all’influenza suina. Una tesi scientificamente bizzarra che farebbe sorridere un maestro delle elementari: fa un po’ furbetto che mette il risultato giusto dopo lo svolgimento sbagliato dell’espressione. Intanto, però, è partita la svendita in attesa di vedere cosa si prepari per la stagione che arriva.
CHE CALDO! – Perse nell’organigramma dell’ONU ci sono altre due entità che dovrebbero fornire spiegazioni. L’UNEP (United Nations Environmental Programme) e la WMO (World Meteorological Organization) sono il padre e la madre dell’IPCC, recentemente spazzato dalla bufera dei dati truccati sui cambiamenti climatici. A Copenaghen non risulta se ne sia discusso, eppure da dire ce ne sarebbe stato parecchio. Intendiamoci: nessuno si sognerebbe mai di sostenere che una delle possibili vie di sviluppo – la cosiddetta Linea Verde – sia da escludersi a priori, ma un conto è valutare una possibilità, un altro è voler forzare la mano usando la minaccia dell’imminente fine del mondo. A maggior ragione se si brandisce una pistola che, giorno dopo giorno, comincia ad assomigliare sempre di più ad un gingillo giocattolo. Non c’è da stupirsi se alle invocazioni d’aiuto e alla richiesta di fondi – sempre più frequenti e sempre più ingenti – si sentano rispondere dagli interessati che magari richiamano loro. Certo, alla fine qualcosa otterranno perché l’opinione pubblica resta comunque sensibile alle versioni ufficiali. Il punto è capire fino a quando può reggere e cosa succederà quando l’incantesimo si rompe.
NON DITEMI CHE … – Ai più non sarà sfuggita la similitudine di approccio su due temi che più delicati non si può. E non sarà sfuggito il fatto che si tratta di due settori in cui la competenza media, o la capacità media di verifica e di controllo, dell’opinione pubblica è molto scarsa, né potrebbe essere altrimenti. E sarà un caso se i cervelloni che sono alla guida delle rispettive organizzazioni sembrano essersi ispirati, nel recitare la loro parte, al Ministro della Paura di Albanese. Tuttavia, siccome il mondo è pieno di malfidati, viene il sospetto che ci sia pure una ragione che deve aver convinto costoro a lasciare la strada maestra della persuasione per prendere la scorciatoia del terrorismo mediatico. In fondo, non potendo discutere nel merito dell’attendibilità scientifica che supporta gli allarmi continui, si può sempre seguire l’esempio di Pollicino per cercare di capire se gli indizi briciola portino da qualche parte. Magari ad un meeting virtuale con il testo di Evamaria Weisser (Financing the United Nations) dalla cui lettura si ricavano informazioni interessanti. Ad esempio, che i contributi “obbligatori” versati dai paesi membri sono infinitamente inferiori a quelli cosiddetti “volontari” destinati a finanziare le agenzie speciali e i vari programmi dell’ONU. Il che porta dritti al problema di come sollecitare la generosità “spontanea” dei donatori e di come convincerli a mettere le mani nel portafoglio. Esclusa la possibilità di una trattativa politica (molti degli stati membri, USA inclusi) non pagano i contributi obbligatori per ripicca, resta come unica alternativa la capacità di spezzare i cuori dei rispettivi elettorati per mettere pressione ai governi di turno. E i risultati parlano chiaro: i soldi spontaneamente giunti nel 2007 (circa 17 miliardi di dollari) sono 4 volte di più del budget ordinario. Poi dicono che la gente è cattiva.
INDOTTO E LIETO FINE – Quindi tutti felici e contenti? Per adesso sembra che spaventare la gente funzioni e che i partners privilegiati di queste organizzazioni godano di ottima salute economico finanziaria. Così, per dare due cifre, la sola influenza H1N1 del 2009 ha generato un business da 20 miliardi di dollari per le case farmaceutiche che tanto si sono prodigate per trovare il magico rimedio alla fine dell’umanità. Un prezzo neanche troppo salato, visto il nobile fine. L’IPCC, invece, può vantarsi di aver contribuito a creare un intero settore economico e di aver contribuito non poco all’affermazione della “Green Economy”. In gran parte a carico del contribuente, ma chissenefrega. Il problema è che non si può sperare di tenere in stato di allerta permanente tutti quanti per cui capiterà, prima o poi, che gli elettorati cominceranno a stufarsi di girare sempre col fucile e con l’elmetto. Vuoi perché ci sarà qualcuno che riesce a rompere il muro di gomma del quale si sono circondati gli autorevoli comitati scientifici, vuoi per pura e banale stanchezza, la tecnica del terrore è destinata a perdere di efficacia. E allora? E allora, niente. Chi ha campato per anni usando questi sistemi penserà che è solo questione di trovare uno spot più efficace e, probabilmente, sarà anche così. A meno che, nel frattempo, non debba trovarsi a riconoscere di aver fatto cassa con la credibilità dell’Istituzione che rappresenta. E speriamo che la maiala buona, quella destinata a far male sul serio, arrivi in tempo. Altrimenti, tocca sperare di essere già morti tutti di caldo.
http://www.giornalettismo.com/archives/46221/terroristi-giacca-cravatta/
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