Chi non ricorda da bambino di aver letto almeno una volta il romanzo, di Ferenc Molnàr, la storia di alcune bande di ragazzi che lottano per la conquista di uno spazio libero da dedicare ai loro giochi, uno spazio cancellato per sempre dalla speculazione edilizia.
Un mondo di ragazzi nel quale, spesso lealtà, senso dell'onore, fede in un ideale anche attraverso una battaglia senza esclusione di colpi, si contrappongono a quello degli adulti dove questi valori talvolta non esistono, un mondo dove la sopprafazione violenta è di casa, più che nel mondo animale.
Un mondo, quello di una certa finanza, dove regole e leggi, sono ostacoli da abbattere, dove gli unici codici etici, sono quelli che supportano la massimizzazione a breve termine e a qualunque costo, del massimo risultato possibile a servizio esclusivo degli azionisti.
Non è stato forse un certo Milton Friedman a sussurrare che le aziende non devono perdere tempo e denaro per soddisfare alcuni requisiti di rispetto sociale o ambientale, ma che devono concentrarsi esclusivamente sulla soddisfazione "etica" degli azionisti. Peccato che in questa crisi, specialmente nel mondo finanziario, l'etica del preservare l'integrità aziendale, sia stata delegata ai contribuenti fiscali di mezzo mondo, socializzando allegramente le devastazioni sociali e ambientali prodotte da un certo modo di fare finanza, finanza predatoria.
Non credo di esagerare quando sostengo che dietro un certo modo di vivere la finanza, vi sia un atteggiamento che talvolta rasenta il "bullismo" dei ragazzi della Via Pal, soggetti che pur esercitando attività apparentemente legali arrivano spesso a confluire in vere e propri azioni criminose o perlomeno che al limite della legalità.
Alcune frasi del film " Wall Street" sono diventate leggenda, come ad esempio quando Bud Fox, esclama all'improvviso che tutto in guerra si basa sull'inganno, se il tuo nemico è superiore eludilo, se è irato irritalo, se è di pari forza lotta, altrimenti sparisci e riconsidera.
E ancora, come dimenticare quando Gordon Gekko all'improvviso urla:
" Io non creo niente: io posseggo. E noi facciamo le regole: le notizie, le guerre, la pace, le carestie, le sommosse, il prezzo di uno spillo. Tiriamo fuori conigli dal cilindro mentre gli altri, seduti, si domandano come accidenti abbiamo fatto. Non sarai tanto ingenuo da credere che noi viviamo in una democrazia: vero, Buddy? È il libero mercato, e tu ne fai parte: si hai quell'istinto del killer…
Certo sono le parole di un film, ma talvolta la realtà è più crudele della finzione!
Tiriamo fuori conigli dal cilindro mentre gli altri, seduti, si domandano come accidenti abbiamo fatto...talvolta conigli figli di una devastazione, a sua volta figlia di un'esaltazione che è impossibile comprendere.
Probabilmente molti di voi ricorderanno il post dal titolo PUNTO DI NON RITORNO in cui si prospettava la creazione di quel gioiellino di socializzazione delle perdite che va sotto il nome di Public Private Investment Program, istituito per resuscitare un mercato, quello dei titoli con sottostante mutui non garantii.
Consiglio a tutti di andare a rileggersi il post in questione, è importante comprendere di ciò che stiamo parlando.
Ebbene su Bloomberg in un articolo dal titolo " No Good Deed Goes Unpunished as Banks Seek Profits " scopriamo che il sistema finanziario americano sta selvaggiamente tradando i titoli tossici derivati dalla fusione immobiliare, un po come il traffico di organi clandestino, in questo caso estratti da autentici cadaveri finanziari.
Prendi tempo per pensare; ma quando arriva il momento dell'azione, smetti di pensare e agisci diceva, Andrew Jackson, settimo presidente degli Stati Uniti ... Nessuna buona azione resta impunita, dice un vecchio proverbio americano.
Sembra che nel terzo trimestre Bank of America, Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno aumentato la loro esposizione a questi titoli per altri 3,36 miliardi di dollari. Solo Wells Fargo ha alleggerito il proprio portafoglio.
Continua quindi il demenziale gioco speculativo di questi giganti sistemici abbituati a creare ricchezza dal nulla distruggendo nel contempo le possibilità di una ripresa sostenibile visto che al prossimo intoppo il contribuente americano dovrà necessariamente soccorrerli.
E nelle vie Pal dell'economia, bande organizzate di monelli figli della speculazione, combattono battaglie all'ultimo sangue.
Il paradosso e' che questo programma, nel suo presunto fine ideale, prevedeva di liberare con capitali pubblici e in parte privati, senza alcun rischio, i bilanci delle banche, per ritornare a destinate risorse all' economia reale.
Sembra che il segretario al tesoro Geithner o meglio la sua ombra visto quanto e accaduto con AIG e Lehman, abbia dovuto ridurre il piano in quanto la Fed si rifiutata di finanziare ulteriormente il gioco e i giocatori ovvero le banche non hanno voluto vendere asset in perdita. Ora c'è una certa ingenuità se qualcuno pensa che questo sistema non sarebbe disposto a tutto, a cancellare regole o codici etici pur di giungere al proprio scopo. Geithner e altri invocano, il cosidetto "rischio sistemico" la favola della madre di tutte le crisi, too big to fail, ormai diventati questi ragazzi, tutti troppo grandi per fallire.
Come ha scritto Onado sul Ilsole24ore ..." La decisione della Banca dei regolamenti internazionali di convocare a Basilea i responsabili delle principali banche mondiali è un'ulteriore prova del fatto che la crisi finanziaria è tutt'altro che superata; anzi, proprio le eccezionali misure poste in essere per evitare il tracollo possono gettare i semi di una nuova fase di instabilità."
" Secondo l'autorevole istituzione, i cui rapporti degli anni passati sono densi di indicazioni preoccupate (e inascoltate) sui rischi che si stavano accumulando, le grandi istituzioni finanziarie «stanno tornando alle condotte aggressive che prevalevano prima della crisi». La diagnosi è già stata formulata da numerosi banchieri centrali, in particolare da Mervyn King governatore della Bank of England e da Jean-Claude Trichet presidente della Bce. Quest'ultimo a metà ottobre aveva accusato le banche di dedicarsi alla «speculazione senza freni e al gioco d'azzardo finanziario e le aveva esortate a «tornare alla loro tradizionale funzione di fornire servizi all'economia reale». "
Ora io capisco che sia difficile per le banche centrali andare oltre le ramanzine, il rimbrotto, il rimprovero, oltre le parole e passare direttamente ai fatti, in maniera particolare quando si tratta dei loro stessi maggiori azionisti, le banche stesse, ma in alcune occasioni la situazione è arrivata al limite della sostenibilità.
Sono curioso di vedere come verrà gestita la faccenda relativa al cosidetto "sistema ombra bancario" o quella relativa ai miliardi di dollari di assets tossici o illiquidi che sono tuttora fuori bilancio, visto che entro il primo semestre di quest'anno, le banche dovranno riportarli nei propri bilanci, ma credo già di conoscere la risposta, il Giappone è li con la sua Storia a raccontarcela.
Sembra che i banchieri centrali non si siano accorti di questa sorta di sistema ombra, di migliaia e migliaia di velieri pirata che solcavano i mari della speculazione indisturbati, dove le motovedette della vigilanza trascorrevano il proprio tempo e i giorni a fare pesca di alto bordo o a prendere il sole, sussurrando di tanto in tanto un principio di moderazione isilarante.
Sto leggendo alcuni passi della parformance di Bernanke dal titolo "Japanese Monetary Policy: A case of Self-Induced Paralysis?... un caso di autoindotta paralisi della politica monetaria giapponese, come se oggi quella americana e mondiale non fosse mai caduta nella terrificante trappola della liquidità che ha innondato il sistema. Ancora oggi c'è chi continua a sostenere che il Giappone è stato un caso particolare, isolato, che solo nella sua mentalità, quella del suo popolo può trovare le risposte.
Vi consiglio di leggervelo, vi sono delle autentiche chicche sul pensiero bernankiano, che posso aiutare a comprendere alcune manovre attuali di politica monetaria, il pensiero di colui che sta portando il Titanic, verso il suo destino.
Continua Onado: " Dopo quasi due mesi da questi severi richiami, la situazione non è affatto cambiata e non c'è da stupirsi: la politica monetaria continua ad assicurare alle banche tassi di raccolta straordinariamente bassi e alimenta operazioni finanziarie più o meno complesse e rischiose, che generano cospicui profitti che possono trasformarsi in perdite altrettanto elevate, nel momento in cui lo scenario di mercato cambiasse, come deve cambiare quando la tanto invocata exit strategy comincerà ad essere tradotta in decisioni di politica monetaria e cioè in rialzi dei tassi di interesse. E d'altra parte l'incentivo per le banche è fortissimo: non solo ci sono strutture di trading agguerrite che non sono state affatto smobilitate, ma c'è anche la necessità di ripianare le perdite degli ultimi due anni e anche quella di mettere fieno in cascina per fronteggiare la maggior rischiosità del credito alle imprese.
In queste situazioni, invitare le banche a «non scherzare col fuoco», come è stato detto, è come dire ai bambini di non pensare alla Nutella."
"(...) Per scongiurare questo pericolo, occorre innanzitutto dare finalmente avvio alla riforma della regolamentazione finanziaria, per la quale vale ormai la battuta del dramma di Beckett: «Il signor Godot mi ha detto di dirvi che non verrà questa sera, ma di sicuro domani». Molte delle proposte già avanzate servirebbero a contenere la propensione delle banche ad assumere rischi eccessivi: basti pensare allo spostamento di una parte consistente delle operazioni in derivati su mercati regolamentati o comunque dotati di una struttura centrale che gestisca il rischio di controparte.(...)"
Se non sbaglio banche come Goldman e Morgan Stanley, sono diventate a tutti gli effetti banche commerciali, eppure di commerciale non hanno assolutamente nulla tuttora, come tuttora c'è ancora qualche illuminato che sostiene che la deregolamentazione e la sopressione della Glass Steagall Act, separazione delle banche commerciali da quelle di investimento ideata nella Grande depressione e spazzata via dalla Gramm Leach Bliley Act.
" (...)come, in attesa della revisione di Basilea per gestire meglio i rischi di mercato e di liquidità, occorre che tutti i regolatori, a cominciare da quelli che prima e durante la crisi si sono dimostrati troppo indulgenti, applichino le vecchie norme con maggior severità ed entrino veramente nel merito dell'analisi delle condizioni delle singole banche, per accertare che davvero siano rispettati i principi della «sana e prudente gestione», scolpiti nel bronzo di tutte le leggi bancarie e applicate nel modo che abbiamo tutti visto.(...) Se i regolatori (che in molti paesi come la Germania sono distinti dalle banche centrali) non si decideranno ad un giro di vite coordinato sull'applicazione delle regole, vecchie o nuove, gli inviti alla prudenza sono destinati a rimanere inascoltati e i banchieri continueranno a sentirsi legittimati ad assumere rischi finanziari enormi, anche a scapito - come sta accadendo - del credito ai settori produttivi, in nome della massimizzazione dei risultati e della redditività per gli azionisti. In caso contrario, i manager bancari continueranno a trincerarsi dietro il circolo virtuoso della redditività degli azionisti, dimenticando Ionesco, che diceva: «Prendete un circolo virtuoso, accarezzatelo a lungo voluttuosamente; diventerà vizioso».
Come ha scritto recentemente sul WSJ, Alan Blinder, ex vice di Greenspan ai tempi d'oro dell'esuberanza irrazionale, quando c'è di mezzo l'avidità, nulla è impossibile. Blinder, sostiene che oggi ci troviamo a gennaio del 2010, con lo stesso sistema giuridico e normativo, che avevamo nell'estate del 2007, quando la madre di tutte le crisi ha bussato alla porta dell'economia mondiale e questo è tanto incredibile quanto spaventoso. Senza grandi riforme finanziarie, tutto ciò può accadere di nuovo e dimostra che i mercati finanziari hanno una notevole capacità di dimenticare il passato e tornare alle vecchie abitudini " Business as usual"
Tralascio volutamente, alcune notizie uscite in questi due giorni, in fondo non fanno altro che confermare la possibilità di una nuova e probabile recessione, al di la dell'ottimismo di facciata di mister Trichet, nessun riferimento al topolino partorito dalla montagna di Basilea, ma credo che ormai la Storia stia per scrivere una nuova pagina epocale.
(...) Hanno dichiarato disponibilità, hanno sostenuto, per bocca dei vertici dell'Institute of International Finance, l'associazione delle grandi banche mondiali, che si stanno già muovendo su diversi fronti per chiudere le falle che hanno portato alla crisi. ... Ma temono l'arrivo di troppe regole ( Sole24Ore )
Alle volte le analisi macroeconomiche non possono prescindere dall'analisi del comportamento degli uomini ed è per questo che solleciterei vivamente nelle università, la "fusione" dell'aspetto umanistico con quello scientifico, relegando le questioni matematiche ad un secondo momento, una seria full immersion massiccia nell' "economia comportamentale" e cognitiva, perchè se qualcuno non l'avesse ancora compreso, il granellino di sabbia, infilatosi negli ingranaggi della madre di tutte le crisi, è sempre e solo il conflitto di interesse, il potere occulto, le lobbies che accompagnano l'economia e la finanza.
Nel mondo del pensiero economico, , i Ragazzi della Via Pal, Le Giubbe Rosse, la Banda dello Stucco rappresentati dalle varie scuole accademiche, si stanno scannando nell'ultima battaglia, non importa se keynesiani o monetaristi, scuole austriache o teorie demenzialmente razionali della scuola di Chicago, ultima battaglia per la supremazia del pensiero economico, invece che sedersi intorno ad un tavolo e avviare un serio confronto per attingere da ogni scuola di pensiero quanto serve per uscire da questo buco nero. L'ignoranza e la superficialità politica infine, negli ingranaggi non vi aggiunge olio ma catrame!
Rilassiamoci, alle volte parliamo proprio del nulla, io compreso, la Storia sta per essere riscritta per l'ennesima volta, e come spesso insegna il grande realismo e umorismo di JK Galbraith.... " La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d'affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l'inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro."
Meditiamo, gente, meditiamo!
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La "filosofia" di Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!
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Postato da: icebergfinanza a gennaio 12, 2010 20:55 | link | commenti (15)
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