Istat comunica che nel mese di dicembre 2009, sulla base degli elementi finora disponibili, l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana ha segnato una diminuzione dello 0,7 per cento rispetto a novembre 2009.
La variazione della media del quarto trimestre rispetto a quello precedente è pari a meno 0,8 per cento. L’indice della produzione corretto per gli effetti di calendario ha registrato a dicembre una diminuzione tendenziale del 5,6 per cento (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di dicembre 2008). Nella media dell’intero anno 2009 l’indice ha presentato una diminuzione del 17,5 per cento.
Ora potremmo dirvi che su base mensile siamo andati meglio della Germania, che ha registrato un calo del 2,6 per cento, in misura non marginale imputabile alle avverse condizioni meteo, ma in quel caso saremmo costretti a segnalarvi anche che, sempre in dicembre, la Francia ha registrato una flessione della produzione industriale di solo 0,1 per cento, con revisione al ribasso del dato di novembre (da più 1,1 a più 0,6 per cento). Anche la Francia ha fatto molto peggio delle attese, che ipotizzavano un incremento dello 0,5 per cento. Il tendenziale francese di produzione industriale a dicembre è pari a meno 2,3 per cento, ma nel quarto trimestre la produzione è almeno cresciuta dello 0,1 per cento.
Oggi è uscito anche il dato britannico, l’unico che abbia battuto il consenso, a più 0,5 per cento mensile, grazie alla maggiore vivacità della produzione manifatturiera (che si somma a quella mineraria e delle utilities per dare il dato complessivo di produzione industriale), che nel mese è cresciuta dello 0,9 per cento.
L’impressione di fondo è che, al netto del rumore statistico mensile, sia in atto un rallentamento generalizzato nell’attività. E, come ben sapete, quando si tratta di rallentamenti, il nostro paese non è secondo a nessuno, come dimostra il “rosso” sul dato del quarto trimestre, che ovviamente peserà sul Pil. E pare che tutto ciò non sia scritto su Topolino.
Update: puntuale come un treno svizzero, ecco lo straniato commento al dato del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ricorda molto le dichiarazioni di Trapattoni su baratro e barattolo:
«L’Istat ci consegna in modo formale quello che abbiamo verificato quotidianamente, nel momento in cui c’è stata una gelata della domanda beni e servizi. Ora confidiamo che la ripresa, pure se in termini di discontinuità e selettività, progressivamente ci consenta di recuperare, come già stiamo facendo per fortuna, anche se purtroppo in modo disomogeneo»
E così spero di voi.
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