Mentre America ed Europa sono attraversate da imponenti tempeste di neve, mettendo seriamente a rischio la stagione natalizia dei consumi, con numerosi stati nei quali, la circolazione autostradale, ferroviarie e aerea, è stata interrotta a causa dell'eccezionale nevicata, molto probabilmente il prossimo anno, l'economia americana e mondiale dovrà fare i conti con una serie di nuove tempeste immobiliari, di minor intensità rispetto alle precedenti, ma in grado di incidere in maniera negativa sulla anemica ripresa economica.
Visto che tecnicamente ed accademicamente la recessione si può considerare finita e conclusa in maniera decisamente artificiale, senza alcun reale risultato in termini di occupazione, Martin Feldstein, responsabile del National Bureau Economic Research, ente ufficiale proposto alle rilevazione dell'inizio e della fine di una recessione, ci dice che nella sostanza, l'economia americana è ancora impantanata in un recessione.
Tralasciando le convinzioni personali sulla mancanza di prove relative ad una nuova bolla finanziaria che Bernanke ed alcuni "analisti filosofi" interessati, continuano a professare nel loro ottimismo di maniera, difficilmente supportato da dati che non vadano oltre la speranza, è interessante notare che lo stesso Bernanke ha osservato come la Federal Reserve a maggio è stata troppo ottimista sulle condizioni del mercato del lavoro.
Peccato che questo eccesso di ottimismo, ben lontano dal sano realismo che su Icebergfinanza continuamo a professare, supportato da indicazioni fondamentali, reali, sia una prerogativa continua del lavoro di Bernanke, dall'ottimismo sul mercato immobiliare condiviso nel punto di massima espansione del 2005 sino ai fondamentali solidi del sistema finanziario americano urlato nel 2007, alcuni mesi prima dell'inizio della madre di tutte le crisi.
Oggi la sua visione è un pò più realistica, speriamo bene.
L'anemica spesa dei consumatori è un buon segnale per il lungo termine, ma nel breve, per uscire dalla recessione, non mancherà di costituire un freno il prossimo anno. Sarà interessante osservare come sono andate le vendite nel mese clou dell'economia mondiale. Feldstein ha sottolineato come lo sforzo per rilanciare il mercato immobiliare, sia stato un vero e proprio fallimento e che il prezzo delle abitazioni continuerà a scendere.
Ricordate la mia " Double dip housing recession " quella che il realtà è una autentica depressione immobiliare; ebbene nel prossimo anno mancherà l'intensità della spinta artificiale degli incentivi governativi, intensità che ha sostenuto una nuova ondata di "frodi" immobiliari diffuse. Inoltre il continuo e persistente crollo del costo delle locazioni e la presenza dell'inventario ombra, non mancherà di esercitare una continua pressione al ribasso su un mercato sostanzialmente fragile, gravato da un eccesso strutturale.
L'indice di fiducia dei costruttori americani continua a stazionare a livelli da depressione.
A proposito di "inventario ombra", quello relativo ad immobili pignorati dal sistema finanziario e mai immessi nel mercato per non "ingolfare" il sistema o quelli immobili ormai irrimediabilmente sulla strada del pignoramento o di propriètà di privati che stanno aspettando migliori condizioni di mercato per potersene disfare, secondo Bloomberg, la First American CoreLogic è andata a contare una per una le case di questo inventario fantasma e sembra che sia aumentato di circa il 55 % a 1,7 milioni di abitazioni alla fine del terzo trimestre di quest'anno. Non appena, il mercato sembra stabilizzarsi, una nuova onda è pronta a rimetterlo sotto pressione.
Coloro che hanno letto uno dei recenti post “dedicati” sanno dell’importanza della dinamica dei canoni di locazione all’interno della dinamica deflativa in atto e dando un’occhiata a quanto comunicato mercoledi dal BLS all’interno delle dinamiche riguardanti l’inflazione americana, l’indice relativo agli affitti “ Owners' equivalent rent “ (OER) è sceso ad un tasso annualizzato del 1,5 % nel mese scorso e del 1,1 % negli ultimi tre mesi.
Come ci ricorda Calculatedrisk, l’OER è il componente principale dell’indice CPI che ha contribuito a mantenere invariato l’indice core nel mese di novembre. La dinamica discendente del costo degli affitti contribuirà a tenere il CPI compresso o probabilmente negativo nel prossimo anno. Quindi, non esiste alcuna possibilità di assistere ad una ripresa statistica rilevante, dell’inflazione il prossimo anno.
Inoltre la discesa del costo dei canoni di locazione contribuirà a tenere sotto pressione i prezzi delle abitazioni.
Probabilmente il dato relativo alle vendite di abitazioni esistenti di martedi costituirà il canto del cigno di questa breve ripresa statistica, ma importante e fondamentale è il dato relativo alle vendite di nuove abitazioni che pur rappresentando solo una piccola parte delle contrattazioni immobiliari, costituiscono il principale propulsore all'occupazione del settore edizio.
Il prossimo anno inoltre le realtà dei rifinanziamenti dei mutui "Option ARMs" e " Alt-A non mancheranno di costituire un ulteriore fattore negativo nella dinamica dei pignoramenti, come abbiamo spesso visto ed analizzato in questi ultimi mesi.
Il grafico proveniente dal Credit Suisse aiuta a comprendere la dinamica che ci attende:
Forse a qualcuno sarà sfuggito ma non certo ad Icebergfinanza, ma sembra che l'uomo dell'anno Bernanke, abbia intenzione di nominare a capo della divisione di vigilanza e regolamentazione della Fed, un certo Patrick Parkinson, un guru del fantasma di Alan Greenspan, sui derivati.
Figurarsi cosa potrà accadere se si mette la supervisione del mercato dei derivati nelle mani di un amante del mercato finanziario derivato, è come dare in mano il ruolo di guardiacaccia o responsabile di un parco naturale ad un bracconiere. Alcune opinioni in merito al mercato dei derivati di Parkinson, sono simili a quelle dei gruppi di pressione che spingono per uno status quo.
I fallimenti bancari continueranno ad accellerare il prossimo anno, nonostante alcuni segnali incoraggianti, secondo la Bair, responsabile della FDIC, senza quantificare quanti fallimenti bancari potranno avvenire, ma rimarcando che nonostante il miglioramento economico, i fallimenti proseguiranno.
Altre sette banche hanno chiuso i battenti nella bufera di neve del fine settimana americano, portando il parziale annuale a 140 fallimenti, per un totale di altri 14,4 miliardi di attivi, in sei stati diversi, per un costo complessivo settimanale di soli 1,8 miliardi di dollari.
Sarà interessante verificare il prossimo anno la dinamica dei fallimenti nel settore del commercial real estate, un settore nel quale il mercato ama fare le orecchie da mercante, un crollo che potrà raggiungere facilmente il 50 % dal suo picco del 2007.
Ci sono grafici che il mercato non ama leggere come ad esempio questo pur proveniente dalla Fed di St.Louis.
Questa è la reale consistenza degli assets del sistema bancario americano in relazione ai non performing loans.Con il termine " Non Performing Loan " vengono indicati i crediti non performanti che richiedono una specifica gestione per massimizzare la possibilità di recupero. Inutile ricordare quali essi siano.
Nella sostanza risulta alquanto illusorio il paterno richiamo di Obama alla responsabilità delle banche americane, soggette nella realtà ad una continua erosione dei propri bilanci oltre che ad un sostanziale deleveraging. Solo la fantasia contabile e la sua flessibilità non permette di evidenziare una realtà di sostanziale insolvenza.
Se associamo al deleveraging finanziario, quello dell'economia reale, dove credito al consumo, carte di credito e home equity, stanno rintracciando in maniera sensibile, l'orizzonte del 2010, incomincerà ad apparirci più nitido.
fonte: Federal Reserve di San Francisco
Inoltre non dimenticate mai che abbiamo ormai circa il 27 % dei proprietari di mutui con il residuo superiore al valore stesso dell'abitazione con punte del 47 % come ad esempio in California.
fonte: First American Corelogic
Certo che, l'ultima vicenda relativa a Citigroup è emblematica, la corsa spasmodica alla ricerca di nuovi capitali e l'inversione del governo americano nella vendita delle azioni detenute, oltre alla liquidazione degli investitori arabi, testimoniano quello che ormai vado dicendo da un anno, attenzione al gigante di argilla finanziario americano, attenzione all'intero sistema finanziario mondiale, sarà anche troppo grande per poter fallire, ma, c'è sempre un limite a tutto.
Non certo migliore è la situazione per quanto riguarda il versante europeo dove secondo la BCE .... Le banche di Eurolandia dovranno svalutare le proprie attività finanziarie, da ora fino a fine 2010, per altri 187 miliardi di euro. Una cifra che porterà le svalutazioni complessive, dall'inizio della crisi, a raggiungere i 553 miliardi di euro. La stima è della Bce che, nella Financial Stability Review di dicembre, peggiora la sua stima sull'impatto della crisi rispetto ai 488 miliardi di svalutazioni totali previste dall'analogo rapporto di giugno, "a causa dell'aumento delle svalutazioni di attività legate alle proprietà commerciali e della inclusione delle svalutazioni dei titoli emessi dai paesi dell'Europa centro-orientale".
Tuttavia - avverte la Bce - "ci sono diversi aspetti che meritano cautela", e fra questi, nei sedici paesi di Eurolandia, una "vulnerabilità" delle banche e delle istituzioni finanziarie rispetto all'emergente esposizione creditizia verso i mercati immobiliari commerciali" e verso "l'Europa centrale ed orientale". Fuori da Eurolandia, poi, secondo la Bce vi sono rischi legati alla tenuta dei bilanci aziendali, e la possibilità di "perdite maggiori del previsto nel credito alle famiglie, se la disoccupazione dovesse salire oltre l'atteso". Un aspetto che, fra i paesi dell'euro, tocca anche la Spagna e l'Irlanda, dove la tenuta dei bilanci delle famiglie finora è stata assicurata dai bassi tassi d'interesse, e dove la disoccupazione è molto elevata. Per prevenire questi rischi - prosegue la Bce - le banche dovrebbero "predisporre adeguati ammortizzatori sul fronte del capitale e della liquidità". Temporeale.
Qui troverete il comunicato della BCE che naturalmente evidenzia un miglioramento della situazione ma che sottolinea come il sostegno pubblico potrà servire ancora. E' interessante notare come Nowotny, membro del consiglio direttivo, abbia appena ricordato come, la BCE non ha il mandato e neanche l'intenzione di salvare ogni singolo paese dell'aerea euro, mentre per le istituzioni finanziarie sostanzialmente insolventi si sono mossi mari e monti. Sarà interessante osservare cosa succederà dal lato politico, ormai questi sono personaggi che un giorno si alzano e dichiarano una cosa, mentre il giorno dopo ne dichiarano un'altra, tenere bandiere al vento.
Non di meno è il rapporto della Bank of England, nel suo Financial Stability Report nel quale avverte della fragilità del sistema finanziario inglese, consigliando un aumento delle riserve.
Entro fine anno e i primi mesi del 2010, vedremo insieme a coloro che hanno sostenuto o vorranno sostenere Icebergfinanza, alcune mappe dal punto di vista tecnico e fondamentale che probabilmente ci aiuteranno a comprendere alcune dinamiche per il prossimo anno, per scegliere in maniera consapevole ognuno la sua rotta in " LA_QUIETE_PRIMA DELLA TEMPESTA ".
Il Wall Street Journal nel fine settimana ha scritto un articolo ricordando come negli ultimi 200 anni, mai i mercati finanziari hanno assistito ad una performance negativa, ad un decennio perduto come quello relativo all'ultimo, sottolineando come gli investitori avrebbero fatto meglio ad investire in oro, obbligazioni o anche solo tenere i soldi sotto il materasso. Non conosco le statistiche, non ho al momento presente quanto è accaduto nella Grande Depressione, ma non vi è alcun dubbio che oltre al decennio perduto delle azioni, quello più triste è quello relativo all'occupazione.
In settimana ci sentiremo per un augurio speciale con tutti i compagni di viaggio, buona giornata a Voi tutti.
Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!
La "filosofia" di Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!
Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ..........
Postato da: icebergfinanza a dicembre 20, 2009 21:56 | link | commenti (5)
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