[Libération]
Nel nome del padre e al posto del padre, una banca italiana ha appena deciso di offrire un impiego ai figli o ai nipoti dei suoi impiegati. La Banca del Credito Cooperativo (BCC) di Roma ha infatti annunciato la settimana scorsa la firma di un accordo con diversi sindacati per istituire il posto di lavoro in eredità. Concretamente, 76 stipendiati che si apprestano ad andare in prepensionamento potranno scegliere tra portare a casa una buonuscita o far assumere, al loro posto, i loro figli, figlie o nipoti. Anche i fratelli e le sorelle degli interessati potranno eventualmente beneficiare dell’iniziativa. L’accordo entrerà in vigore a partire da gennaio e sarà valido fino al 2012.
«Si tratta di una proposta innovativa» insistono alla direzione della BBC. «Gli impiegati prima di andare in prepensionamento hanno a disposizione una scelta: il bonus o il posto di lavoro trasmesso ad un membro della famiglia. Dietro a questa proposta, c’è evidentemente un aspetto solidale: quello di mantenere una fonte di rendita nelle famiglie». Soprattutto in tempi di crisi. La banca precisa che i figli dovranno comunque dar prova di competenza e, conseguentemente, che il sistema di rotazione padre-figlio non è «automatico». I candidati potenziali dovranno sostenere dei colloqui.
«Questa situazione favorirà il rinnovo generazionale», si è rallegrato Alessandro Violini, responsabile della Federazione autonoma degli impiegati di banca italiani. «Non si tratta di nepotismo», giurano all’interno della BBC ricordando che le banche cooperative «non hanno come obiettivo quello di distribuire profitto agli azionisti ma hanno degli impegni da mantenere nei confronti dei loro impiegati». Per alcuni, la misura non fa che istituzionalizzare alcune pratiche, tacite ma diffuse nel paese, mentre la disoccupazione degli aventi meno di 25 anni raggiunge quasi il 25%. Cosa, questa, che non impedisce la polemica. «Nel diciannovesimo secolo, il lavoro ereditato aveva una logica che si fondava sui valori familiari. Oggi invece appare una misura discriminatoria», ha commentato l’economista Giacomo Vaciago. E da notare: «Si parla tanto di merito ma lo si applica pochissimo.»
[Articolo originale "Prime ou piston chez les banquiers italiens" di Eric Jozsef]
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