Gli hedge funds hanno registrato ampi profitti legati all’esplosione del debito greco. A garantire il successo dei fondi d’investimento speculativi è stata - riferisce il Financial Times, che cita alcuni “insiders” - la scelta dei trader di anticipare l’ondata di vendite contro la Grecia. «C’è un ristretto gruppo di fondi, tre o quattro, che hanno scommesso molto, guadagnando moltissimo», ha spiegato un analista di uno dei principali hedge funds di Londra.
Secondo i rumors raccolti dal quotidiano inglese, uno degli attori principali di tali attività finanziarie sarebbe Paulson & Co., dell’omonimo finanziere americano, che gestisce un patrimonio pari a 32 miliardi di dollari. Il fondo non ha voluto rilasciare dichiarazioni relative a specifici investimenti, limitandosi a spiegare che la società «non è fisicamente presente in Grecia, né in alcun altro Paese dell’Eurozona», e aggiungendo che «il 90% del portafoglio gestito è nel Nord America».
Nel frattempo, però, la notizia contribuisce ad inasprire i rapporti tra numerosi uomini politici europei e i manager dei fondi speculativi. Nel mirino di molti legislatori del Vecchio Continente c’è soprattutto il mercato dei credit-default swap (Cds). Proprio gli hedge funds, infatti, hanno acquistato numerosi titoli derivati che assicurano contro un eventuale default della Grecia, quando il prezzo di tali strumenti era ancora basso. E ora possono rivendere ad altri operatori tali titoli, segnando un netto margine di profitto. Basti pensare che la protezione del debito greco era scambiata a 125 punti base lo scorso ottobre, il che equivaleva ad un pagamento annuale di 12.500 dollari per ogni milione. Gli stessi contratti hanno registrato un picco a 428 punti base a febbraio, ed ora viaggiano introno ai 364 punti.
http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=2099
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