Pubblicato da Pietro Cambi alle 00:01 in Apocalypse now, Bugie, Finanza, Ordine Pubblico, Vita quotidiana, politica
Debora ed il sottoscritto hanno più volte parlato di quel che succede in Grecia, nel sostanziale silenzio dei media.
Questa volta voglio sottoporvi un curioso parallelo.
In Grecia, dopo 2500 anni quasi esatti (la ricorrenza cadrà nel 2020) dalla battaglia delle Termopili, si scontrano di nuovo due concezioni della Società, dell'economia e, direi quasi, della realtà. Due filosofie. Una localistica l'altra globale.
Probabilmente non la vedranno cosi neanche i greci stessi ma questo non vuol dire che non si possa pensarlo.
Riguardo al precedente storico non voglio dilungarmi: da una parte un impero cosmopolita e sostanzialmente liberale ( nel senso economico del termine). Dall'altro le micro enclaves greche avanzatissime, talvolta, dal punto di vista sociale e culturale ( oltre che militare, grazie alle continue scaramucce) ma arretrate dal punto di vista economico.
Come andò a finire lo sapete. A parte i numerosi errori tattici commessi dagli strateghi persiani e l'indubbio eroismo e la superiorità tecnologica dei Greci, quel che alla fine sconfisse i Persiani furono altre due cose ( a mio modesto giudizio).
Il rapporto costi benefici tropo modesto di tutta l'operazione ed i raggiunti limiti dimensionali dell'impero, (e della sua multiforme armata, con ben 29 nazionalità rappresentate) con le conseguenti difficoltà logistiche e di coordinamento.
I Greci, infine, combattevano (o credevano di combattere) per le proprie case, a pochi giorni di marcia dal campo di battaglia, in un territorio che conoscevano bene ed amico, mentre i "persiani" si trovavano in un territorio ostile, a mesi di marica dalle loro terre, per la maggior gloria di un sovrano distante ed arcano.
Ok.
Ma questo cosa c'entra con i guai oderni della Grecia?
Qualcosina c'entra, portate pazienza.
Intanto perchè anche qui, lo vedrete bene anche voi, si scontrano localismo e globalismo.
Per dire: Il maggior creditore della Grecia è un privato, La Goldman&Sachs e questo tra parentesi spiega più di tante cose perchè all'improvviso si spinga in modo tanto terrorizzante sul rischio di un allargamento agli altri "stati maiali".
Pura paura di perderci il business e smodata speranza di aumentarlo, il business.
Come?
Ovvio. Soffiando sul fuoco, grazie ai Media "amici" e screditando a più non posso, ad esempio abbattendo i ratings ( che, dopo quel che si è visto solo un anno fa, dovrebbero essere utilizzati solo nelle favolette per gli studenti del primo anno di economia di qualche Università sommamente secondaria del Minnesota).
La Grecia, che ha parametri brutti ma in linea con quelli , tanto per dire, americani (migliori, molto migliori, in realtà, per l'anno in corso, a causa delle draconiane misure per ora implementate) a forza di parlare di potenziali defaults, non riesce a piazzare più il suo debito pubblico.Si è trovata, nell'ultima asta, a dover promettere oltre il 6% di interesse sui propri titoli, con una seria prospettiva di dover fare di peggio nei prossimi mesi.
Sappiamo ormai da tempo che il mercato muove capitali ( sia pur virtuali) enormemente superiori a quelli che possono raccogliere gli Istitui centrali, fossero pure quelli più grandil, la BCE o la Fed.
Sappiamo anche che in questo mercato si può speculare al ribasso, tramite, ad esempio, i famigerati Credi Default Swaps.
Di fatto, potendo legalmente farlo ed essendo conveniente farlo è quasi OBBLIGATORIO farlo, anche se, in caso di collasso greco il possibile allargarsi dell'instabilità al resto dell'area euro potrebbe alla fine fare MOLTI più danni al sistema finanziario.
L'attacco alla Grecia, che secondo me POTREBBE essere coronato da successo, portando ad un pelosissimo "salvataggio" da parte della BCE o del FMI, sarà in realtà il canto del cigno dei grandi speculatori.
Intanto proprio perchè, come 2500 anni fa, i greci non stanno cedendo alla pura forza bruta. A dispetto di ogni evidenza NON vogliono farsi salvare dal sistema bancario internazionale, se questo significa dover cedere un rene, in termini di sovranità economica, sociale e nazionale. Secondo un semplice calcolo di opportunità, invece, la loro REALE intenzione è quella di salvarsi DA SOLI, uscendo dall'euro, non diventando vassalli dell' FMI e semplicemente mandando in default il debito in mano straniere, con un sistema già ampiamente collaudato, ad esempio dall'Argentina.
Il motivo?
Ma è semplice: perchè i greci dovrebbero rinunciare ai servizi pubblici, alle pensioni, agli ammortizzatori sociali, per garantire elevatissimi interessi agli speculatori internazionali? Perchè dovrebbero cercare di rientrare dal loro pesante deficit quando questo deficit, sicuramente generato per la sconsiderata politica di espansione economica (...) dei decenni passati, è principalmente dovuto al pagamento di interessi a creditori che stanno, in buona parte fuori dalla loro nazione e in buona misura dall'altra parte dell'Atlantico?
Questo essendo ormai di palmare evidenza per l'uomo della strada, è alla base delle rivolte di questi giorni. Nel momento in cui le persone comuni si rendono davvero conto di quel che gli si chiede, al di la delle fumisterie in economico politichese, la risposta non è ( non dovrebbe essere) differente da quella che vediamo in Grecia.
Gli speculatori giocano con il fuoco, perchè non è solo una questione di sostenibilità economica di un dato deficit/debito.
E' sopratutto questione di sostenibilità sociale, politica e morale.
In Italia, ad esempio, come credo saprete, il bilancio dello Stato sarebbe, in condizioni normali, di pre/post-crisi, in attivo.
Ampiamente, qualche anno fa, di poco negli ultimi tempi.
Fatti salvi, ovviamente, i pagamenti degli interessi su debito, che ci portano inesorabilmente sott'acqua.
Tradizionalmente il debito pubblico italiano era in mano ad investitori nazionali, privati e non. Benche' il ricorso sistematico al deficit di bilancio fosse, in primo luogo, una inversione dei principi di equità fiscale, finendo per drenare risorse dalla parte maggioritaria della popolazione, quella che paga tasse ed imposte, ridistribuendole a coloro che avevano capacita' di risparmio, ovviamente sensibilmente minore, il reddito cosi generato rimaneva, di primo acchito, in Italia, senza quindi indebolire gravemente il sistema paese nel suo complesso. Questo però è sempre meno vero ed anche il debito italiano è sempre piu' in mano ad investitori stranieri. Il pagamento degli interessi pesa attualmente da noi per qualcosa di più del 4% del nostro PIL. Il nostro disavanzo per il 2010 è previsto intorno al 5%.
Come vedete, semplicemente sospendendo il pagamento degli interessi, limitandoci a restituire a scadenza il capitale, ci troveremo già in un sostanziale pareggio di bilancio, senza alcun bisogno di misure draconiane particolari.
La stessa cosa, su scala percentualmente maggiore, è vera per la Grecia.
Si danneggiano, è chiaro, gli investitori stranieri e i "rentier" nazionali ma in compenso si potrebbero continuare a garantire servizi ed ammortizzatori sociali essenziali.
Essendo questa una realtà intuitiva, è facile capire lo scenario che si potrebbe prospettare al momento che questa semplice realtà arrivi nitidamente nella testa dell'uomo della strada. Non solo in Grecia ma nel resto del mondo.
Ecco che i giganti dell'economia si sgretolerebbero di fronte ad un piccolo paese deciso a non farsi comprare. L'economia non è tutto, checche' ne dicano gli economisti ed i Greci sono schierati, ormai è chiaro, a difesa delle loro Termopili.
Comunque vada questa vicenda, la Storia cambierà.
Se vinceranno loro, porteranno i grandi della Terra davanti ad un tavolo per riscrivere le regole ed impedire ai Soros di turno di affossare a comando questo o quel paese. Si dovrà assolutamente fare per evitare una rapida propagazione ai paesi vicini e lontani del loro esempio. Si farà per salvare il salvabile. Gia la Goldman & Sachs è stata messa sotto osservazione da parte della Fed, ad esempio.
Se perderanno, invece, accettando pesantissime misure che li porteranno, in pratica, a lavorare per garantire il mantenimento dei bonus ai dirigenti Goldman&Sachs, si replicherà rapidamente con un altro paese e poi un altro ed un altro...fino a che ci sarà spazio per speculare.
Fino a che l'ultima carta tolta farà crollare tutto il castello.
Un castello dove le carte più deboli sono quelle meno sospettabili, si veda ad esempio questo vecchio grafico del 2006 per capire chi è, storicamente, inguaiato da più tempo:
In orizzontale avete l'avanzo primario ovvero il bilancio dello stato al netto del pagamento del debito&interessi, in verticale gli interessi sul debito, in % del PIL.
La linea tratteggiata in diagonale segna il confine tra sostenibilità e insostenibilità del debito.
Se gli interessi superano l'avanzo primario la situazione è insostenibile perchè il debito aumenta in termini di PIL, determinando una situazione insostenibile, prima o poi. Come vedete, oltre a noi ed al Portogallo, tra coloro che avevano una situazione insostenibile a lungo termine già nel 2006 c'erano già Francia, Olanda e Germania.NON c'erano la Grecia, la Spagna l'Irlanda.
Lo stesso grafico rifatto oggi vedrebbe praticamente TUTTI i paesi occidentali al di sopra della linea a 45 gradi, addirittura al di fuori del grafico, in una situazione insostenibile.
Il Debito pubblico non è quindi solo un problema da PORCI, da P.I.I.G.S .
Conclusione: contrariamente a quel che si legge in giro, la dichiarazione di un default, piu' o meno velato, della Grecia, la decisione di diluire i pagamenti del debito, di non ottemperare ai diktat della BCE o del WSJ o del FMI, di mantenere un minimo presidio sociale, oppure, se volete, di cedere alla piazza, NON sarà un cattiva notizia. Sarà anzi il segnale della fine dei giochi.
Sarà l'ultima vittoria prima di una precipitosa sconfitta degli speculatori e della condanna a morte dei loro oscuri strumenti finanziari.
Sarà l'inizio della fine del paradigma della crescita, la necessità di consolidare i debiti, rallentare la loro crescita per pagamento prebende et lauti dividendi ai rentier e cosi facendo fermare la scala mobile economica.
Non sarà un processo indolore, come quasi mai nella Storia di fronte a salti di paradigma.
Un sacco di economia di carta deve ancora evaporare. I "capitali" scompariranno, in buona parte essendo solo scommesse sempre piu' improbabili su un futuro di crescita infinita. Ci sarà recessione, deflazione, oppure inflazione "Argentina" (a seconda del paese) disoccupazione per tutti. Alla fine si dovrà arrivare ad un nuovo patto sociale, nuovi equilibri, nuovi valori sia societari che sociali.
Nel frattempo, nelle prossime settimane, mesi?
Ancora è tutto possibile, anche se si da per scontato che alla fine il governo greco piegherà la testa e la piazza si quieterà.
Anche nell'Agosto del 480 A. C. tuttavia, 300 spartani (oltre a qualche migliaio di alleati) inchiodarono un esercito circa 50 volte piu' grande del loro.
"Μολὼν λαβέ"
"venitele a prendere" L'epica risposta di Leonida all'emissario persiano che chiedeva ai greci di deporre le armi, alle Termopili.
La difficoltà con cui alla fine furono piegati segnalò a tutti la debolezza del gigantesco esercito persiano ed alla fine fu il segnale dell'inizio della fine per quell'esperimento egemonico.
Potevano vincere i persiani?
Certo.
Nel qual caso di Leoninda e dei suoi 300 non avremmo saputo nulla.
Ma il loro impero non sarebbe in ogni caso durato molto più a lungo ne sarebbe stato molto più prospero. Aveva sostanzialmente fatto il suo tempo e i Greci si incaricarono solamente di dimostrarlo.
http://crisis.blogosfere.it/2010/03/il-debito-pubblico-solo-un-problema-da-porci-le-nuove-termopili-della-grecia-1.html
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