I DERIVATI SONO INTRINSECAMENTE VULNERABILI ALLA TRUFFA
Data: Domenica, 03 gennaio @ 17:10:00 CST
Argomento: Economia
FONTE: WASHINGTON’S BLOG
Un economista e degli esperti informatici di Princeton mostrano che i derivati sono intrinsecamente vulnerabili alla truffa
Come avevo fatto notare in precedenza, i credit default swap sono destabilizzanti per l’economia. Leggete qui . E i modelli utilizzati per valutare gli strumenti finanziari – come la formula della copula gaussiana per i CDO – sono intrinsecamente inadeguati.
Ora gli economisti e gli esperti di informatica dell’Università di Princeton hanno dimostrato che i derivati finanziari sono anche intrinsecamente vulnerabili ad una determinazione dei prezzi realizzata in modo disonesto. PhysOrg riassume in questo modo le scoperte di Princeton:
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Con una conclusione che potrebbe avere delle ripercussioni sulla regolamentazione finanziaria, i ricercatori delle facoltà di informatica e di economia hanno rivelato dei problemi potenzialmente irrisolvibili in merito alla determinazione del prezzo dei derivati finanziari. Essi dimostrano che i venditori di tali investimenti potrebbero inserire, di proposito, parti di elementi ad alto rischio che nessun acquirente potrebbe individuare, nemmeno con il computer più potente in circolazione
I ricercatori si sono concentrati sui cosiddetti CDO (obbligazioni che hanno come garanzia un debito), uno strumento di investimento che raccoglie numerosi mutui immobiliari con la promessa di spalmare e diminuire il rischio di inadempienza. Il gruppo ha esaminato quello che accadrebbe se un venditore sapesse che alcuni mutui sono delle “fregature” e strutturasse un pacchetto di CDO per trarne profitto. I ricercatori hanno scoperto che la manipolazione sarebbe impossibile da individuare da parte dell’acquirente, sia nel corso della vendita che in seguito quando il derivato perde valore.
Il gruppo è composto da Sanjeev Arora, direttore del Centro per l’Intrattabilità Computazionale di Princeton, il suo collega Boaz Barak, il docente di economia Markus Brunnermeier e lo studente della facoltà di informatica Rong Ge.
E’ ormai opinione comune che una delle cause principali del crollo finanziario del 2008 sia stato l’utilizzo di modelli matematici di rischio semplicistici da parte delle società finanziarie. Questo documento, pubblicato come bozza di lavoro il 15 ottobre, indica che il problema potrebbe andare più in profondità.
“Stiamo mettendo in guardia sul fatto che anche se si ha il modello corretto non è semplice stabilire un prezzo per i derivati”, ha detto Arora. “Rendere i modelli ancora più complessi non farà svanire questi effetti, anche quelli più sofisticati dal punto di vista computazionale.”
Arora ha rilevato che il problema nasce dalle informazioni asimmetriche tra acquirenti e venditori, e va contro l’idea tradizionale della teoria economica, secondo cui i derivati riducono gli effetti negativi di tali informazioni discordanti.
“L’economia standard mette in evidenza il fatto che la cartolarizzazione possa limitare il costo delle informazioni asimmetriche”, ha sostenuto Brunnermeier. “Noi sottolineiamo che alcuni titoli derivati introducono un’ulteriore complessità e quindi un nuovo livello di informazioni asimmetriche che possono essere così serie da capovolgere il vantaggio iniziale.”
Brunnermeier ha fatto notare che queste scoperte sono nate dalla combinazione di informatica e finanza, cosa mai fatta prima d’ora ma che ha il potenziale per ulteriori approfondimenti. “Mi aspetto che entrambe le discipline possano arricchirsi a vicenda”, ha detto.
Fonte: www.washingtonsblog.com/
Link: http://www.washingtonsblog.com/2009/12/princeton-economist-and-computer.html br> 24.12.2009
Traduzione a cura di JJULES per www.comedonchisciotte.org
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